venerdì 23 novembre 2007

85% dei giovani si dichiarano ecologisti

(Sondaggio esclusivo di IPOF per MSN tra i giovani dai 15 ai 35 anni )

L’ambiente suscita un elevato interesse tra i giovani.

85% dei giovani dichiarano di essere “molto interessati” (32%) o abbastanza interessati (53%).
Soltanto il 15% si dichiarano disinteressati alle questioni ecologiche.
La % più alta riguarda le donne (88%) contro l’81% tra gli uomini.

Tra le maggiori preoccupazioni ambientali si registrano :

44% rischi per il cambiamento climatico
18% rischi per l’inquinamento delle acque
15% rischi da inquinamento atmosferico in città
11% rischi alimentari
8% rischi legati al nucleare
3% rischi industriali
1% rischi legati all’amianto

I più giovani in particolare sono preoccupati per il cambiamento climatico (61%) e all’inquinamento dell’acqua (46%) e all’inquinamento dell’aria in città (43%).

Ritengono invece meno importati i rischi alimentari (20%) e quelli legati al nucleare (18%)

martedì 20 novembre 2007

NON CELEBRARE ...ma assumere nuovi impegni

Appello del Presidente Antonio Sclavi in occasione della Giornata per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
«Il cammino dei diritti umani a volte sembra incespicare, arrestarsi per poi tornare a proseguire. Secondo la Convenzione sui diritti dell'infanzia, quattro sono i principi fondamentali attraverso i quali interpretare tutti i diritti umani riconosciuti ai bambini ed agli adolescenti: il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo (fisico, mentale, spirituale, psicologico e sociale), il principio del superiore interesse del bambino e dell'adolescente, il principio dell'ascolto e il principio di non discriminazione. Come UNICEF Italia ci assumiamo l'impegno di utilizzare questi principi come elementi fondanti della nostra attività, per questo apriremo nuovi terreni d'intervento e ricercheremo nuove alleanze.


Per chi come noi si occupa di diritti umani è fondamentale ribadire con forza che "sicurezza" ha un significato ampio, non significa soltanto "pubblica sicurezza", ossia l'attività della pubblica amministrazione diretta alla tutela dell'ordine pubblico, ma anche sicurezza sociale: misure che garantiscano diritti quali l'istruzione, la salute, l'accesso ai servizi sociali. Attraverso le politiche sui diritti umani ogni Stato può scegliere di dare priorità alla distribuzione delle risorse a favore delle aree più disagiate, dei gruppi più svantaggiati in Italia come nel resto del mondo.
Per questo oggi proponiamo non di "celebrare" ma di assumere nuovi impegni.
Vorremmo che questa data non fosse una vuota celebrazione a diciotto anni dall'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia, ma un'occasione per rinnovare l'impegno per la creazione di una cultura che sappia dare risposte ai problemi dell'attualità basandosi sui diritti. Solo così potremmo passare dalla loro enunciazione alla loro attuazione. La Convenzione va considerata come uno "strumento di lavoro", in essa possiamo trovare risposte ai tanti interrogativi della nostra epoca. Utilizzandola possiamo trovare risposte fondate sui diritti umani alle questioni vecchie e nuove dei bambini e adolescenti migranti, lavoratori, sfruttati, analfabeti, a quelli privi di cure sanitarie, a quelli privati di un nome all'anagrafe e della possibilità di sopravvivere a causa di conflitti. Anche nel nostro Paese, a partire dalla ratifica della Convenzione nel 1991, molte sono state le iniziative di sensibilizzazione compiute per diffonderla. Il legislatore nazionale, così come quello regionale, si è più volte ispirato ad essa: politiche e procedure sono state cambiate. Ma molto manca ancora da fare soprattutto sul terreno del necessario e indispensabile cambiamento culturale, dell'assunzione di precise responsabilità da parte di genitori, insegnanti, avvocati, magistrati, sindaci, giornalisti, politici, e operatori dei servizi sociali. È necessario coinvolgere le famiglie e le comunità stesse nelle quali vivono i minorenni. Una cultura dei diritti dei bambini e degli adolescenti merita un impegno comune e condiviso. Un impegno costante a fondare sui principi contenuti nella Convenzione qualunque atto compiuto per i bambini e gli adolescenti, a diverso titolo presenti sul nostro territorio. È necessario riconoscere ed attribuire ai ragazzi un ruolo da protagonisti nel procedimento di sensibilizzazione delle coscienze e di mutamento del costume; fondamentale per l'avverarsi di questa condizione è la loro istruzione ed educazione, perché possano conoscere gli strumenti a loro disposizione e divenire pienamente consapevoli non solo dei loro doveri, ma anche dei diritti e quindi poterli esercitare e rivendicare, nel caso venissero violati. È diventato oramai uno slogan quanto i bambini e gli adolescenti hanno affermato nel loro messaggio all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2002: "Dite che siamo il futuro, ma noi siamo il presente." Solo un presente diverso può porre le basi per un futuro migliore e proprio i bambini e gli adolescenti possono aiutarci a costruirlo: diamo loro ascolto e compiremo le scelte migliori, per loro e per noi tutti.»

lunedì 19 novembre 2007

ACQUA per TUTTI

1 DICEMBRE 2007 ROMAcon ritrovo ore 14.30 Piazza della Repubblica
MANIFESTAZIONE NAZIONALERIPUBBLICIZZARE L’ACQUA, DIFENDERE I BENI COMUNI!MORATORIA SUBITO CONTRO TUTTE LE PRIVATIZZAZIONI!IMMEDIATA APPROVAZIONE DELLA LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE!UNA GRANDE OPERA PUBBLICA : RISTRUTTURARE LE RETI IDRICHE!GESTIONE PUBBLICA E PARTECIPATA DAI LAVORATORI E DALLE COMUNITÀ LOCALI!La manifestazione è promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’ Acqua del quale i Verdi fanno parte. Il Forum (il cui più autorevole rappresentante è Alex Zanotelli) ha raccolto più di 400.000 firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua.Nella Finanziaria 2008 (grazie anche all’impegno dei Verdi) è stata approvata una moratoria di dodici mesi sulla gestione dei servizi idrici e l’avvio di una verifica sul rispetto della salvaguardia del patrimonio idrico, sull’efficacia delle politiche di risparmio e sull’effettiva garanzia di controllo pubblico delle tariffe.La manifestazione del 1 dicembre è stata convocata per chiedere CHE LA DISCUSSIONE SULLA PROPOSTA DI LEGGE PROCEDA SPEDITAMENTEChiediamo a tutte le realtà territoriali dei Verdi di impegnarsi e di collaborare con i referenti locali del Forum perché l’iniziativa possa avere la massima partecipazione possibile.

sabato 17 novembre 2007

Federazione ARCOBALENO ?
(Si discute ...! )

Dopo il grande successo della manifestazione per il solare e contro il nucleare, con 10.000 persone in P.zza Farnese, che ha ridato forza alla parte più genuina della cultura ambientalista della sinistra italiana, oggi l'altro appuntamento importante è quello dell'8 e 9 dicembre con l'Assemblea Generale della Sinistra e degli Ecologisti.
L'obiettivo è costituire una federazione, che noi - come Verdi - vediamo importante per rendere più forti le battaglie ecologiste, della pace, dei diritti e di un sociale dalla parte dei più deboli. Ma questa Federazione della Sinistra e degli Ecologisti non sarà nè il partito unico nè la cosa rossa.

Perchè i Verdi, come esistono in tutto il mondo, esisteranno in Italia e continueranno ad essere sempre più determinati a portare avanti le loro ragioni. Il Sole che ride sarà sempre il simbolo della battaglia per il solare e per un rafforzamento delle politiche verdi nel nostro Paese; ma così come i Verdi italiani - attraverso l'Ulivo nel maggioritario - hanno portato avanti nel centrosinistra le ragioni dell'ecologia, oggi - nella sinistra arcobaleno - in questa Federazione della Sinistra e degli Ecologisti, dobbiamo trovare la capacità di rafforzare i nostri temi, di rendere più forte in tutto il centrosinistra il valore ambientale.

Quindi è importante dirlo con forza ai diecimila che sono venuti in Piazza Farnese e alle centinaia di migliaia di persone che sostengono i Verdi da anni: oggi la sfida ecologista passa anche attraverso una Federazione della Sinistra e degli Ecologisti che porti al centro i valori di una cultura arcobaleno e che ci permetta di vincere la grande battaglia contro i cambiamenti climatici e per la riconversione ecologica dell'economia.

giovedì 15 novembre 2007

ACQUA = bene comune

Come promesso ad Alex Zanotelli, nei gironi scorsi ho inviato agli enti locali una lettera d'intenti sul problema dell'acqua come bene pubblico. Subito dopo ho ottenuto che nel decreto fiscale della Finanziaria 2008 fosse compresa una prima e concreta forma di riconoscimento dell’acqua come bene comune: una moratoria di dodici mesi sulla gestione dei servizi idrici e l’avvio di una verifica sul rispetto della salvaguardia del patrimonio idrico, sull’efficacia delle politiche di risparmio e sull’effettiva garanzia di controllo pubblico delle tariffe.Per questo credo che sia molto importante l'iniziativa del 1 dicembre, organizzata a Roma dal Forum Italiano Movimenti per l’Acqua, per sollecitare la Camera ad approvare definitivamente queste norme. Sarà opportuno poi che la legge di iniziativa popolare proposta da Zanotelli e dal Forum sia discussa ed approvata quanto prima da Parlamento italiano.

(A.Pecoraro Scanio )

mercoledì 14 novembre 2007

Ogm, 3 milioni di firme per fermarli
"Ora l'Europa deve tenerne conto"

ROMA - Tre milioni di firme per impedire all'Italia di coltivare e commercializzare prodotti geneticamente modificati. La campagna lanciata due mesi fa dalla "Coalizione Italia-Europa liberi da ogm" si è conclusa oggi a Roma con la presentazione dei risultati ottenuti.

L'obiettivo è stato raggiunto con "soddisfazione e orgoglio". Complessivamente i voti raccolti dalle 32 organizzazioni che hanno dato vita alla coalizione (sigle del mondo dell'associazionismo come Slow Food, Acli, Avis e Legambiente, associazioni di categoria come la Coldiretti, marchi leader della grande distribuzione come la Coop e anche partiti politici come i Verdi) sono stati 3.086.524, con una percentuale di "no" ferma allo 0,57%.

Un risultato "straordinario" perché frutto "di un referendum propositivo in cui abbiamo chiesto ai cittadini di esprimere una preferenza e metterci la faccia".
Ma se il primo successo rivendicato dalla campagna è quello ottenuto sull'opinione pubblica, gli organizzatori sono convinti di aver smosso anche le acque della politica. Le posizioni della Coalizione "hanno investito il governo e il parlamento", visto che "abbiamo varcato le Alpi verso la Commissione Ue", spingendo l'Italia a stringere un’alleanza con la Francia sul comune rifiuto degli ogm.

L'Unione Europea ne prenda atto e agisca di conseguenza".

(Rid.da Repubblica )

lunedì 12 novembre 2007

BERGAMO :stop alla caccia !

(Lettera aperta di Legambiente )

A proposito della sospensione della caccia sul territorio provinciale di Bergamo, il Coordinamento Provinciale di Legambiente esprime.......disappunto e preoccupazione per il malcontento che si è creato, ma ritiene inevitabile che i nodi venissero al pettine, prima o poi, visto che l’amministrazione provinciale ha insistito e perseverato nel tempo a perseguire una condotta che si è tradotta nel farsi bocciare tutti i suoi piani faunistici.Legambiente si augura che questo episodio, grave per tutti i cacciatori bergamaschi, faccia capire all’amministrazione provinciale che è divenuta necessaria e urgente un’inversione di tendenza, un deciso cambio di rotta nell'affrontare questa problematica. Ci auguriamo che finalmente si smetta aggirare le leggi con soluzioni per nulla condivise e concertate con gli ambientalisti e si possa arrivare a costruire insieme piani faunistici più seri, condivisi e duraturi.In apparenza la sospensiva del TAR per i cacciatori è stato un fulmine a ciel sereno cascato nel bel mezzo della stagione venatoria: tuttavia è da tempo che la situazione è per così dire “vacillante e precaria”. Già 6 mesi fa, infatti, i giornali avevano scritto che erano stati presentati 3 ricorsi contro il nuovo piano faunistico-venatorio. La questione non secondaria quindi è: l'informazione su quanto stava accadendo stava girando tra i cacciatori? I cacciatori erano stati informati su ciò che sarebbe potuto succedere da chi li rappresenta e dai responsabili della provincia? Sapevano che da anni si era sul filo del rasoio? Chi ha voluto portare avanti questa miope strategia? Di chi sono le responsabilità? Al presidio dei cacciatori organizzato ieri, Domenica 11 Novembre 2007, di fronte alla sede della Provincia di Bergamo c'era uno striscione che recitava “PROVINCIA CI HAI DELUSO”: questa per noi è la migliore risposta alle dichiarazioni del Presidente Bettoni & C. fatte in questi giorni.Che il TAR abbia accolto il ricorso del WWF sul Piano venatorio significa che si è superato il limite, la soglia di tolleranza oltre cui non si poteva andare. La corda è stata tirata per anni e ad un certo punto si è spezzata. Si tratta di un segnale forte, forse traumatico ma che deve essere colto dalla Provincia come un punto di ri-partenza, e occasione per abbandonare la politica di aggirare le leggi quando delibera in materia di caccia. Entrando nel merito della questione, nel piano bocciato c’erano anche incongruenze ben più gravi della mancata previsione nel Piano impugnato del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco, a cominciare dalla continua ricerca di trucchetti per evitare di proteggere quel 20% di territorio agrosilvopastorale che la Legge nazionale impone. E’ vero che non era mai successo di dover sospendere la caccia, ma è anche vero che succede solo a Bergamo che si facciano 4 piani faunistico-venatori in 7 anni e che tutti questi non siano in grado di superare l’esame dei tribunali amministrativi. Il piano ora sospeso era stato approvato il 28.3.2007 ed era entrato in vigore il 19 giugno, data di approvazione dello studio di valutazione di incidenza ambientale. Vale la pena di ricordare alcune tappe della telenovela che ci ha portato alla situazione attuale: il piano approvato dal consiglio provinciale il 23.10.2000 fu censurato dal TAR di Brescia il 9.2.2001. Il consiglio provinciale approvò un altro piano intitolato “modifica e adeguamento...” il 15.10.2002, annullato con decreto del Presidente della Repubblica del 21.2.2006 in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato emessa nella seduta del 6.4.2005. I successivi piani e le relativa varianti approvati dal consiglio provinciale con delibere n° 4 del 24.1.2006 e n° 22 del 9.5.2006 sono nelle cronache di questi giorni e la telenovela non è ancora finita. Il TAR entrerà nel merito nella seduta fissata per il 24.1.2008. Forse l'obiettivo è quello di ottenere un rinvio alla Corte Costituzionale della Legge Regionale fatta apposta per non proteggere il 20% del territorio agrosilvopastorale e salvare i 200 appostamenti fissi di caccia fermati per tutto il 2006 dal piano faunistico entrato in vigore in quell’anno, come già è avvenuto per la legge regionale che consentiva ai cacciatori di usare come richiami vivi uccelli privi di anellino, dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale con la sentenza 441 del 2006.Ora, da chi è chiamato a dare delle risposte, si dice che queste cose succedono solo a Bergamo, che è la prima volta in Italia che si sospende la caccia e che le motivazioni addotte dal TAR sono di scarsa rilevanza (nella delibera della giunta provinciale di ieri è scritto addirittura che “la motivazione dell’ordinanza è illogica e infondata”). Dal canto nostro vogliamo solo dire che forse il Tribunale Amministrativo Regionale di voce in capitolo e competenza ne abbia a sufficienza soprattutto sulle questioni di legittimità dei vari provvedimenti. A novembre dello scorso anno la Legambiente aveva scritto alla provincia e ai giornali spiegando che avrebbe disertato il tavolo tecnico per la predisposizione del nuovo piano faunistico venatorio perchè i suoi suggerimenti non erano mai stati tenuti in alcun conto. Infatti almeno da 10 anni diciamo sempre le stesse cose, mai tenute in considerazione. Si vedano ad esempio le nostre osservazioni del 24.10.1996, ancora valide e attuali.Il “guaio” in cui la provincia si è venuta a trovare è la logica conseguenza di scelte di parte unilaterali che ha preso dopo aver ascoltato sempre solo i cacciatori, ignorando completamente il restante 99% della popolazione. Ci attendiamo decisioni rispettose di quella grande fetta di popolazione, e forse anche di una parte del mondo venatorio, che vorrebbe una caccia regolata più seriamente.Pertanto Legambiente, come hanno già fatto le altre associazioni ambientaliste a partire dal WWF, offre alla Provincia la disponibilità e la competenza tecnica dei suoi esperti per predisporre un nuovo piano che rappresenti un salto di qualità e che porti a soluzioni serie e durature, ma a condizione che le sue osservazioni vengano valutate con pari dignità rispetto a quelle delle altre componenti istituzionali previste dalla Legge quadro nazionale sulla caccia.Bergamo, 12 novembre 2007Coordinamento Provinciale Legambiente Bergamo