lunedì 28 gennaio 2008

[ForumAcquaBG] PRESIDIO PER IL REFERENDUM SULLA L.R.18/2006‏

MARTEDI’ 29 gennaio 2008 : dopo molti rinvii, il Consiglio della Regione Lombardia discute e vota l’ammissibilità di un referendum abrogativo di alcuni articoli della Legge regionale n.18/2006 che obbliga tutti i Comuni lombardi a consegnare ai privati i propri servizi idrici.

Il referendum è stato proposto, in base allo statuto Regionale, dai Consigli comunali di ben 117 Comuni lombardi -ne sarebbero bastati 50- e tra questi figurano i Comuni di Bergamo, Zanica, Torre Boldone e Gandosso.
I Comuni hanno deliberato la necessità di abrogare i principi base della legge:
l’obbligo per gli ATO (ambiti territoriali ottimali: formati in genere da diversi comuni, per la gestione del ciclo dell’acqua) di mettere a gara l’affidamento dei servizi idrici, quindi di fatto di privatizzare;
l’obbligo di separare gestione ed erogazione, come se l’erogazione dell’acqua fosse una funzione separata dalla gestione del servizio idrico;
la possibilità di cedere ai privati parte della proprietà delle strutture (reti, impianti).
La richiesta di referendum abrogativo da parte dei Comuni interviene peraltro in un contesto nazionale in cui:
più di 400.000 firme hanno sostenuto la legge di iniziativa popolare per la difesa dell’acqua pubblica in Italia;
il Governo ha impugnato, per motivi di incostituzionalità, la legge della Regione Lombardia;
il Parlamento ha altresì votato una moratoria di un anno, fino a dicembre 2008, che impedisce di cedere l’acqua a delle SpA.

La Regione Lombardia vede dunque bloccata la sua iniziativa, tesa ad affrettare la privatizzazione dei servizi idrici per mettere tutti, Governo compreso, davanti al fatto compiuto.

Adesso il Consiglio regionale dovrà discutere l’ammissibilità del referendum e ci auguriamo che nella decisione non intervengano logiche di maggioranze politiche, magari avvalendosi di cavilli tecnici, poiché equivarrebbe a negare l’istituto del referendum, e soprattutto a negare ai cittadini il diritto di esprimere le proprie scelte.

Portare acqua potabile nei rubinetti delle case dei cittadini è stata e resta una delle grandi missioni pubbliche della politica. Il principio che l’acqua è un bene comune, dalla cui potabilità dipende la vita e la salute di tutta la comunità e che pertanto va garantito a tutti, ha segnato profondamente il cammino di civilizzazione della nostra società e non può essere demandato alla speculazione privata, né svenduto ad interessi di parte politica.

La richiesta di referendum abrogativo, da parte di 117 Consigli comunali, rientra perfettamente in questa linea: intende rendere la cittadinanza consapevole delle sorti che la politica riserva al servizio idrico portarla ad esprimersi su queste grandi opzioni.

Chiediamo che il Consiglio Regionale rispetti la volontà espressa dai 117 Consigli comunali che, a nome della cittadinanza, hanno deliberato la richiesta di referendum abrogativo, in piena autonomia dai partiti e in modo trasversale a tutte le opinioni politiche. E’ una grande prova di democrazia che non può essere umiliata né da tortuosi cavilli, mai sollevati prima d’ora, né da arroganti colpi di maggioranza.

Il Consiglio regionale ha il dovere di rispettare le leggi e le volontà popolari, vale a dire:
· votare la legittimità del quesito referendario;
· rispettare la moratoria in atto nel paese e fermare ogni affidamento a SpA.


MARTEDI’ 29 GENNAIO ALLE ORE 9.30 A MILANO
PRESIDIO DEI MOVIMENTI LOMBARDI DELL’ACQUA
DAVANTI ALLA SEDE DELLA REGIONE LOMBARDIA

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