lunedì 12 novembre 2007

BERGAMO :stop alla caccia !

(Lettera aperta di Legambiente )

A proposito della sospensione della caccia sul territorio provinciale di Bergamo, il Coordinamento Provinciale di Legambiente esprime.......disappunto e preoccupazione per il malcontento che si è creato, ma ritiene inevitabile che i nodi venissero al pettine, prima o poi, visto che l’amministrazione provinciale ha insistito e perseverato nel tempo a perseguire una condotta che si è tradotta nel farsi bocciare tutti i suoi piani faunistici.Legambiente si augura che questo episodio, grave per tutti i cacciatori bergamaschi, faccia capire all’amministrazione provinciale che è divenuta necessaria e urgente un’inversione di tendenza, un deciso cambio di rotta nell'affrontare questa problematica. Ci auguriamo che finalmente si smetta aggirare le leggi con soluzioni per nulla condivise e concertate con gli ambientalisti e si possa arrivare a costruire insieme piani faunistici più seri, condivisi e duraturi.In apparenza la sospensiva del TAR per i cacciatori è stato un fulmine a ciel sereno cascato nel bel mezzo della stagione venatoria: tuttavia è da tempo che la situazione è per così dire “vacillante e precaria”. Già 6 mesi fa, infatti, i giornali avevano scritto che erano stati presentati 3 ricorsi contro il nuovo piano faunistico-venatorio. La questione non secondaria quindi è: l'informazione su quanto stava accadendo stava girando tra i cacciatori? I cacciatori erano stati informati su ciò che sarebbe potuto succedere da chi li rappresenta e dai responsabili della provincia? Sapevano che da anni si era sul filo del rasoio? Chi ha voluto portare avanti questa miope strategia? Di chi sono le responsabilità? Al presidio dei cacciatori organizzato ieri, Domenica 11 Novembre 2007, di fronte alla sede della Provincia di Bergamo c'era uno striscione che recitava “PROVINCIA CI HAI DELUSO”: questa per noi è la migliore risposta alle dichiarazioni del Presidente Bettoni & C. fatte in questi giorni.Che il TAR abbia accolto il ricorso del WWF sul Piano venatorio significa che si è superato il limite, la soglia di tolleranza oltre cui non si poteva andare. La corda è stata tirata per anni e ad un certo punto si è spezzata. Si tratta di un segnale forte, forse traumatico ma che deve essere colto dalla Provincia come un punto di ri-partenza, e occasione per abbandonare la politica di aggirare le leggi quando delibera in materia di caccia. Entrando nel merito della questione, nel piano bocciato c’erano anche incongruenze ben più gravi della mancata previsione nel Piano impugnato del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco, a cominciare dalla continua ricerca di trucchetti per evitare di proteggere quel 20% di territorio agrosilvopastorale che la Legge nazionale impone. E’ vero che non era mai successo di dover sospendere la caccia, ma è anche vero che succede solo a Bergamo che si facciano 4 piani faunistico-venatori in 7 anni e che tutti questi non siano in grado di superare l’esame dei tribunali amministrativi. Il piano ora sospeso era stato approvato il 28.3.2007 ed era entrato in vigore il 19 giugno, data di approvazione dello studio di valutazione di incidenza ambientale. Vale la pena di ricordare alcune tappe della telenovela che ci ha portato alla situazione attuale: il piano approvato dal consiglio provinciale il 23.10.2000 fu censurato dal TAR di Brescia il 9.2.2001. Il consiglio provinciale approvò un altro piano intitolato “modifica e adeguamento...” il 15.10.2002, annullato con decreto del Presidente della Repubblica del 21.2.2006 in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato emessa nella seduta del 6.4.2005. I successivi piani e le relativa varianti approvati dal consiglio provinciale con delibere n° 4 del 24.1.2006 e n° 22 del 9.5.2006 sono nelle cronache di questi giorni e la telenovela non è ancora finita. Il TAR entrerà nel merito nella seduta fissata per il 24.1.2008. Forse l'obiettivo è quello di ottenere un rinvio alla Corte Costituzionale della Legge Regionale fatta apposta per non proteggere il 20% del territorio agrosilvopastorale e salvare i 200 appostamenti fissi di caccia fermati per tutto il 2006 dal piano faunistico entrato in vigore in quell’anno, come già è avvenuto per la legge regionale che consentiva ai cacciatori di usare come richiami vivi uccelli privi di anellino, dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale con la sentenza 441 del 2006.Ora, da chi è chiamato a dare delle risposte, si dice che queste cose succedono solo a Bergamo, che è la prima volta in Italia che si sospende la caccia e che le motivazioni addotte dal TAR sono di scarsa rilevanza (nella delibera della giunta provinciale di ieri è scritto addirittura che “la motivazione dell’ordinanza è illogica e infondata”). Dal canto nostro vogliamo solo dire che forse il Tribunale Amministrativo Regionale di voce in capitolo e competenza ne abbia a sufficienza soprattutto sulle questioni di legittimità dei vari provvedimenti. A novembre dello scorso anno la Legambiente aveva scritto alla provincia e ai giornali spiegando che avrebbe disertato il tavolo tecnico per la predisposizione del nuovo piano faunistico venatorio perchè i suoi suggerimenti non erano mai stati tenuti in alcun conto. Infatti almeno da 10 anni diciamo sempre le stesse cose, mai tenute in considerazione. Si vedano ad esempio le nostre osservazioni del 24.10.1996, ancora valide e attuali.Il “guaio” in cui la provincia si è venuta a trovare è la logica conseguenza di scelte di parte unilaterali che ha preso dopo aver ascoltato sempre solo i cacciatori, ignorando completamente il restante 99% della popolazione. Ci attendiamo decisioni rispettose di quella grande fetta di popolazione, e forse anche di una parte del mondo venatorio, che vorrebbe una caccia regolata più seriamente.Pertanto Legambiente, come hanno già fatto le altre associazioni ambientaliste a partire dal WWF, offre alla Provincia la disponibilità e la competenza tecnica dei suoi esperti per predisporre un nuovo piano che rappresenti un salto di qualità e che porti a soluzioni serie e durature, ma a condizione che le sue osservazioni vengano valutate con pari dignità rispetto a quelle delle altre componenti istituzionali previste dalla Legge quadro nazionale sulla caccia.Bergamo, 12 novembre 2007Coordinamento Provinciale Legambiente Bergamo

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